Che cos’è l’Osas?
Un paziente che presenta apnee nel sonno è affetto da Osa (Obstructive Sleep Apnea), ma se alle apnee si accompagnano una sintomatologia o altre patologie (cosa che si verifica frequentemente) il quadro clinico assume i connotati di una sindrome e si parla di Osas (Obstructive Sleep Apnea Syndrome). L’Osas è considerata il quadro più grave fra i disordini respiratori ostruttivi del sonno che comprendono il russamento primario, la sindrome da aumenta resistenza delle vie aeree superiori e l’ipoventilazione. L’Osas colpisce 500 milioni di soggetti nel mondo (dati aggiornati al 3/3/21) e circa 4 milioni in Italia. È stato inoltre constatato come abbia una rilevanza di due/tre volte maggiore negli uomini rispetto alle donne.
Da cosa dipende la diversa incidenza dell’OSAS nella popolazione maschile rispetto a quella femminile?
Le cause vanno cercate innanzitutto nelle differenze anatomiche a livello delle strutture scheletriche e dalla diversa distribuzione del grasso corporeo che differenza i due generi. L’obesità androide o centrale, tipicamente maschile si associa ad una maggiore distribuzione di tessuto adiposo nella regione superiore del tronco, tra cui la zona cervico-nucale, oltre che addominale e toracica.
Pertanto, un uomo sovrappeso presenta una circonferenza del collo maggiore e quindi sarà più a rischio. Inoltre, la donna fino alla menopausa, ha una protezione indotta dagli ormoni che controllano i centri respiratori e il metabolismo stesso. Dopo la menopausa invece i dati statistici si allineano.
Come faccio a capire se sono affetto da Osas?
La prima diagnosi viene fatta dal partner perché il primo segnale è il russamento persistente intervallato da pause respiratorie.
Ci sono poi dei sintomi notturni e diurni.
I sintomi notturni sono:
- Sonno agitato
- Sudorazione notturna
- Senso di soffocamento
- Necessita di urinare frequentemente
I sintomi diurni sono: - Stanchezza
- Cefalea al risveglio
- Perdita della concentrazione
- Sonnolenza
- Variazione dell’umore
- Riduzione della libido
Quali sono le conseguenze sulla salute?
I pazienti affetti da apnee notturne presentano un più alta incidenza di malattie cardiovascolari (infarto, ictus, fibrillazione atriale) causate dai ripetuti fenomeni di ipossia (carenza di ossigeno) che si verificano durante le apnee notturne e dalle oscillazioni della frequenza cardiaca e dei valori della pressione arteriosa. Chi è affetto da apnee notturne ha maggior possibilità di sviluppare resistenza all’insulina e di sviluppare un diabete secondario. Le apnee del sonno incidono anche sulle relazioni sociali e lavorative a causa della sonnolenza e della variazione dell’umore.
Come fare una corretta diagnosi?
Se il paziente ha il sospetto di soffrire di OSAS deve rivolgersi al proprio medico di base che lo indirizzerà ad uno specialista del sonno (pneumologo, otorinolaringoiatra, odontoiatria) che effettuerà un esame specifico: il Monitoraggio cardio respiratorio notturno, che verrà effettuato a domicilio e con il quale verrà valutata la qualità del sonno del paziente.
Come si cura?
L’OSA è una patologia complessa che richiede spesso un approccio multidisciplinare. La figura chiave è lo pneumologo che può consigliare l’utilizzo della Cpap, un apparecchio ventilatorio che permette di tenere aperte le vie respiratorie attraverso una pressione positiva. L’odontoiatra esperto in medicina del sonno ha un ruolo chiave nell’intercettazione del paziente potendo individuare caratteristiche anatomiche predisponenti durante la visita di routine. Pazienti con una mandibola retrusa, con un palato ogivale, respiratori orali in età pediatrica sono potenziali pazienti che vanno indagati. Nel 2016, infatti, il Ministero della salute ha individuato le linee guida per l’intercettazione precoce delle Osa da parte dell’odontoiatra, sottolineandone il ruolo di sentinella.
L’odontoiatra esperto può consigliare, qualora sia necessario in base alla gravità dell’Osa e in base alle caratteristiche morfologiche del paziente un dispositivo intraorale di avanzamento mandibolare (Mad) volto ad avanzare mandibola e lingua, al fine di incrementare l’apertura dello spazio aereo faringeo e favorire così il passaggio dell’aria. Fondamentale è, inoltre, il ruolo del dietologo poiché una riduzione del peso può favorire sensibilmente un miglioramento della patologia. La terapia chirurgica otorino laringoiatrica è volta alla riduzione delle
resistenze nasali e alla uvulo-palato plastica. Ultima, ma non meno significativa, è la terapia chirurgica maxillo facciale che risulta necessaria qualora siano presenti delle dismorfosi facciali con riduzione dello spazio all’interno del cavo orale.
L’Osas può colpire anche i bambini?
Certamente, e di conseguenza è importante una diagnosi precoce effettuata dal pediatra o dall’ortodontista. Il russamento frequente nel bambino, a meno che non sia raffreddato, non è usuale. L’OSAS colpisce il 2-4 % dei bambini con un picco tra i 2-8 anni a causa dell’ipertrofia adenotonsillare o di deficit trasversali o sagittali del cavo orale, ed un secondo picco all’inizio dell’adolescenza a causa del guadagno di peso. A differenza degli adulti, nell’età pediatrica, non vi è una differenza di genere.
Quali conseguenze può avere l’OSAS nei bambini?
Le conseguenze dovute alla scarsa ossigenazione insieme all’interruzione ripetuta del sonno sono:
- Scarsa concentrazione e deficit nel rendimento scolastico
- Disfunzione del linguaggio
- Sonnolenza diurna accompagnata però da iperattività e aggressività
- Depressione
- Ritardo nell’accrescimento
Per questo motivo una diagnosi precoce e una terapia adeguata sono fondamentali per intercettare e curare, sin da piccoli, questa importante patologia.